Risalita del cuneo salino, problema da affrontare seriamente 

Da”RovigoOggi.it” 7 MAGGIO 2017

 

Un fenomeno che pregiudica il Delta quello della siccità e di conseguenza l’aumento del cuneo salino che vede una risalita di 12 chilometri, comportando effetti dannosi sul territorio.

Per questo Diego Crivellari invita il ministero dell’Ambiente ad effettuare un efficace programma di azioni per contrastare l’aggravarsi della situazione. Rovigo – “Desta notevole preoccupazione la disponibilità idrica nel nostro territorio. In Veneto nei giorni scorsi, con un’ordinanza del presidente della Regione del Veneto, è stato dichiarato lo stato di crisi idrica su tutto il territorio regionale, che avrà validità fino al 15 maggio, con riserva di modifica dei contenuti in relazione all’andamento meteorologico”.

Si prende in carico il problema dei veneti, polesani compresi, il parlamentare del Partito democratico Diego Crivellari ha chiesto al ministero dell’Ambiente un efficace programma di azioni per contrastare l’aggravarsi della situazione di siccità che nonostante le piogge di questi giorni, è comunque alta.

Al centro dell’attenzione, la gestione della risorsa idrica sul fiume Adige, che rappresenta attualmente il punto più critico del sistema sia come portata, sia per la risalita del cuneo salino alla foce.

Crivellari fa presente che in particolare, “l’intero Delta del Po è soggetto a una sofferenza idrica a seguito del fenomeno della risalita del cuneo salino, che provoca effetti deleteri in corrispondenza dell’intero territorio. Tra le cause generali vi sono le ridotte portate del Po, dovute a contenuti rilasci idrici montani, prelievi incontrollati, gestione delle acque poco accorta e cambiamenti climatici, che non permettono di garantire un coordinamento ottimale. Tutto ciò è direttamente connesso all’utilizzo delle acque da parte dell’intero bacino, che essendo il più ricco d’Italia, ospita una parte consistente di popolazione e di attività lavorative. La risalita del cuneo salino comporta effetti dannosi sul territorio, che causano l’impossibilità di irrigare alcune aree del delta, con conseguenze che ricadono all’interno degli ecosistemi. La trasformazione delle acque dolci in acque salate comporta numerosi effetti in corrispondenza degli ambiti costieri, tra cui la difficoltà di prelevare acque in corrispondenza dei fiumi e quindi di irrigare il territorio, oltre che di garantire acque potabilizzabili in corrispondenza dei territori prospicienti la costa”.

“Come inoltre comunicato dai Consorzi di bonifica del Veneto e da Anbi, riuniti a Rovigo lo scorso 28 aprile, il cuneo salino è risalito di ben 12 chilometri nell’area del Delta, oltre l’asta della strada Romea, rendendo inutilizzabile l’acqua sia per uso idropotabile che per uso irriguo” conclude Crivellari che chiede un urgente e efficace programma di azione per contrastare l’aggravarsi di un fenomeno che pregiudica l’economia agricola e l’equilibrio ambientale del Delta del Po.