CUNEO SALINO, LE ESPERIENZE MATURATE NEL DELTA DEL PO IN SOCCORSO DEL TEVERE
Roma studia il Delta del Po. Il consorzio di bonifica protagonista di un affollato convegno tenutosi presso la sede della Regione Lazio. Il tema? Le sperimentazioni e le misure di contrasto alla risalita del cuneo salino approntate dal consorzio.
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Le peculiarità geografiche e idrauliche della foce del Po spingono il Consorzio di Bonifica Delta del Po ad approcci, studi e soluzioni innovative la cui rilevanza travalica i confini regionali.
A tal proposito, con riferimento particolare al contrasto alla desertificazione e alla risalita del cuneo salino, il Consorzio è stato invitato a intervenire al convegno che questa mattina si è tenuto a Roma presso la sede della Regione Lazio, promosso dal Consorzio di Bonifica Litorale Nord di Roma e dalla stessa Regione, dal titolo “L’intrusione del cuneo salino sulle colture del litorale romano: stato dell’arte e prospettive”.
Fari puntati sul fiume Tevere che, nel contesto generale del cambiamento climatico caratterizzato da periodi siccitosi sempre più lunghi, sta riscontrando un aggravamento del fenomeno. Nel 2022, anno della grande siccità, l’acqua del mare è risalita fino a 40 chilometri nell’entroterra. Record a parte, la risalita del cuneo salino rappresenta ormai una costante per il territorio, con gravi danni all’agricoltura.
“Così come le bonifiche venete hanno ispirato, negli anni ’20 e ’30 del secolo scorso, la bonifica dell’Agro Pontino, oggi le sperimentazioni e le azioni per il contrasto al cuneo salino intraprese nel nostro Delta ispirano i territori in prossimità della foce del Tevere alle prese con un aggravamento dello stesso problema”, spiega Virginia Taschini, presidente del Consorzio di Bonifica Delta del Po.
Le misure adottate dal Consorzio per fronteggiare i cambiamenti climatici, sono state oggetto dell’intervento del direttore Rodolfo Laurenti, che si è soffermato sulle barriere antisale che verranno realizzate sull’Adige e sul Po di Pila.
La prima, inserita nel piano del Commissario Straordinario Nazionale all’Emergenza Idrica Nicola dell’Acqua, è già stata finanziata con 42 milioni di euro ed è dunque in procinto di essere realizzata. La seconda, sopperirà alle attuali barriere sul Po di Tolle e sul Po della Donzella, sempre meno efficaci nel fronteggiare la spinta del mare. Inserita nel Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza del settore idrico (PNIISSI) costerà 90 milioni di euro, ancora da stanziare.
Nel corso della mattinata, grande risalto è stato dato all’intervento del professor Paolo Tarolli, ordinario di idraulica agraria dell’Università degli Studi di Padova, che ha illustrato la sperimentazione che il Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-forestali (TESAF) dell’ateneo patavino sta svolgendo con il consorzio di bonifica. Uno studio innovativo basato sull’Intelligenza Artificiale, quale strumento in grado di prevedere la progressione della salinizzazione del suolo attorno alla Sacca di Scardovari, analizzando in tempo reale l’enorme mole di dati provenienti da satelliti, sonde nel terreno, misuratori di salinità nei rami del fiume Po.