Consorzio Delta del Po, bilancio finalmente positivo

da ‘La Voce di Rovigo’ 13.07.2017

Soddisfazione del presidente Adriano Tugnolo. Trasferimenti regionali assestati, pagamento degli arretrati e niente mutui.

L’assemblea del Consorzio di Bonifica Delta del Po di Taglio di Po ha approvato il bilancio consuntivo dell’esercizio finanziario 2016.

Si tratta del terzo conto consuntivo dell’amministrazione Tugnolo, sicuramente il più significativo in quanto contiene al suo interno almeno tre elementi di grande rilevanza.

Il primo di questi è il fatto che il bilancio del Consorzio non è ormai più legato, come in passato, ai flussi altalenanti dei finanziamenti della Regione del Veneto: il contributo regionale per la manutenzione e l’esercizio degli impianti idrovori e irrigui si è assestato, nel 2106, a 124mila euro.

Per dare la misura dello sforzo che il Consorzio ha dovuto sostenere in questi anni, il presidente Adriano Tugnolo ha ricordato che il consuntivo 2010 portava un contributo regionale di ben 1.254.000 euro.

“Un altro elemento positivo di questo consuntivo 2016 – spiega Tugnolo – è il grande impegno economico che questa amministrazione ha voluto compiere verso tutta l’attività dimanutenzione e salvaguardia del territorio anche con il rinnovo parco mezzi meccanici”.

“E’ stato compiuto uno sforzo maggiore verso la manutenzione della rete, dei manufatti e degli impianti di sollevamento e verso una puntuale attività di diserbo, il tutto volto a tenere elevato il livello di efficienza della nostra rete idraulica con un investimento ulteriore rispetto alla media delle precedenti annualità di circa 650mila euro”.




L’allarme siccità diventa permanente Po in forte calo, l’agricoltura soffre

Intervista al Direttore del Consorzio di bonifica Delta del Po Ing. Giancarlo Mantovani.

Da “Avvenire” domenica 18 giugno 2017

I grandi laghi alpini sotto del 60 per cento e la neve «già finita»

L’inchiesta Secondo l’Associazione Nazionale Bonifiche Italiane, «la disponibilità d’acqua nel Nord del Paese è praticamente dimezzata rispetto allo stesso periodo dello scorso anno»

A detta degli esperti, le piogge degli ultimi giorni non hanno modificato lo scenario creato da mesi e mesi di siccità. Attualmente
la disponibilità media dei grandi laghi alpini è sotto del 60% e la copertura nevosa delle montagne lombarde è talmente esigua che lo Snow Water Equivalent, l’indice che definisce la quantità di acqua che si otterrebbe sciogliendo gli accumuli nevosi, si è azzerato…».
Questo scrivevamo nella primavera scorsa, a dimostrazione del fatto che la siccità è un fenomeno ormai strutturale. Ciò non significa che, ad ogni sussulto idrometrico del Po ci si trovi in allarme rosso: se nell’aprile del 2016 gli spessori di neve al suolo erano molto al di sotto della media degli ultimi 25 anni, tra ottobre e novembre abbiamo avuto delle precipitazioni sufficienti a rendere la situazione gestibile, sempre che Giove Pluvio adesso sia generoso.

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Le nutrie fanno crollare l’argine

Da “La voce di Rovigo” 25.05.2017 Il problema delle nutrie colpisce ancora: ieri mattina gli abitanti del Villaggio delle Rose si sono risvegliati con l’acqua sotto i piedi a causa di una falla nel canale di irrigazione dovuta ad una tana di nutrie.

Problemi seri a Scardovari. Ieri mattina gli abitanti del Villaggio delle Rose, parte più vecchia della frazione ittica, si sono risvegliati con l’acqua sotto ai piedi a causa di una falla nel canale di irrigazione per la coltivazione di riso, che ha provocato un allagamento nelle campagne vicino alle abitazioni.

Con tutta probabilità le nutrie hanno scavato una voragine in un tratto d’argine che è poi crollato di quattro metri, facendo uscire l’acqua da entrambe le sponde dello stesso ed allagando successivamente il Villaggio delle Rose. Foto e video giravano già dalle prime ore del mattino sui social network. Alta la preoccupazione per i residenti che si sono trovati con l’acqua alta quasi in casa.

Un cittadino alza la guardia: “Se capitava in un periodo piovoso a queste persone si allagavano le case”. Torna dunque puntuale il problema della nutrie che è stato affrontato più volte nello stesso comune di Porto Tolle, uno dei territori più a rischio. Al “castorino” è attribuita la colpa di danni ambientali, specie in un territorio “fragile” come il Delta del Po, in continuo cambiamento e sostenuto da argini, sempre più a rischio a causa delle gallerie scavate da questi roditori originari dal Sud America.

Ambientalisti a parte, il problema è davvero serio e coinvolge Province e Regioni i quali si rimpallano le competenze in materie di abbattimento diretto di nutrie catturate con la trappola. Lanciano l’allarme gli agricoltori per la sicurezza idraulica e i danni ambientali.

Per l’assessore all’Agricoltura, Valerio Gibin, “è un evento imprevedibile che dimostra come il rischio sia un’emergenza vera e propria del nostro territorio“. “C’è il rammarico che un allarme più volte ribadito si sia concretizzato”, aggiunge confermando massima attenzione al problema nutrie.

Il direttore del Consorzio Bonifica, Giancarlo Mantovani, così spiega l’accaduto: “Questa notte (l’altra notte per chi legge ndr) verso le 3 è ceduto un tratto di argine di quattro metri dovuto al 99 per cento alla presenza di una tana di nutria che non aveva dato nessuna avvisaglia. Questa mattina (ieri mattina per chi legge ndr) alle 7 abbiamo interrotto il flusso d’acqua e alle 10 abbiamo contenuto l’acqua dentro il canale.

Adesso stiamo ricostruendo l’argine. Fortunatamente non si sono allagate le abitazioni, ma solo qualche ettaro di terreno agricolo, cortili e il parco”. Sul posto sono intervenuti i geometri Stefano Cavallari e Gino Pizzoli del Consorzio Bonifica i quali hanno coordinato gli interventi. Successivamente è arrivato il vicesindaco Mirco Mancin per il confronto con i tecnici.




Si rompe l’argine di un canale: Scardovari si risveglia allagata

Da “Il Gazzettino” 25.05.2017 PORTO TOLLE – Spavento alle prime luci dell’alba a Scardovari, quando diversi abitanti del Villaggio delle Rose, quartiere del paese, si sono ritrovati acqua sul cancello di casa. La rottura dell’arginello che contiene un canale di irrigazione, il più importante della zona che porta acqua alle campagne e alle risaie, ha permesso la fuoriuscita di una grossa quantità d’acqua che ha procurato non pochi disagi agli abitanti del luogo. Il tutto e successo nella notte, l’intervento di chiusura della falla è stato fatto diverse ore dopo l’allarme, dato alle 5.30.




Risalita del cuneo salino, problema da affrontare seriamente 

Da”RovigoOggi.it” 7 MAGGIO 2017

 

Un fenomeno che pregiudica il Delta quello della siccità e di conseguenza l’aumento del cuneo salino che vede una risalita di 12 chilometri, comportando effetti dannosi sul territorio.

Per questo Diego Crivellari invita il ministero dell’Ambiente ad effettuare un efficace programma di azioni per contrastare l’aggravarsi della situazione. Rovigo – “Desta notevole preoccupazione la disponibilità idrica nel nostro territorio. In Veneto nei giorni scorsi, con un’ordinanza del presidente della Regione del Veneto, è stato dichiarato lo stato di crisi idrica su tutto il territorio regionale, che avrà validità fino al 15 maggio, con riserva di modifica dei contenuti in relazione all’andamento meteorologico”.

Si prende in carico il problema dei veneti, polesani compresi, il parlamentare del Partito democratico Diego Crivellari ha chiesto al ministero dell’Ambiente un efficace programma di azioni per contrastare l’aggravarsi della situazione di siccità che nonostante le piogge di questi giorni, è comunque alta.

Al centro dell’attenzione, la gestione della risorsa idrica sul fiume Adige, che rappresenta attualmente il punto più critico del sistema sia come portata, sia per la risalita del cuneo salino alla foce.

Crivellari fa presente che in particolare, “l’intero Delta del Po è soggetto a una sofferenza idrica a seguito del fenomeno della risalita del cuneo salino, che provoca effetti deleteri in corrispondenza dell’intero territorio. Tra le cause generali vi sono le ridotte portate del Po, dovute a contenuti rilasci idrici montani, prelievi incontrollati, gestione delle acque poco accorta e cambiamenti climatici, che non permettono di garantire un coordinamento ottimale. Tutto ciò è direttamente connesso all’utilizzo delle acque da parte dell’intero bacino, che essendo il più ricco d’Italia, ospita una parte consistente di popolazione e di attività lavorative. La risalita del cuneo salino comporta effetti dannosi sul territorio, che causano l’impossibilità di irrigare alcune aree del delta, con conseguenze che ricadono all’interno degli ecosistemi. La trasformazione delle acque dolci in acque salate comporta numerosi effetti in corrispondenza degli ambiti costieri, tra cui la difficoltà di prelevare acque in corrispondenza dei fiumi e quindi di irrigare il territorio, oltre che di garantire acque potabilizzabili in corrispondenza dei territori prospicienti la costa”.

“Come inoltre comunicato dai Consorzi di bonifica del Veneto e da Anbi, riuniti a Rovigo lo scorso 28 aprile, il cuneo salino è risalito di ben 12 chilometri nell’area del Delta, oltre l’asta della strada Romea, rendendo inutilizzabile l’acqua sia per uso idropotabile che per uso irriguo” conclude Crivellari che chiede un urgente e efficace programma di azione per contrastare l’aggravarsi di un fenomeno che pregiudica l’economia agricola e l’equilibrio ambientale del Delta del Po.




Senza piogge il Delta è in ginocchio: si teme una grave siccità estiva

Da “Il Gazzettino” 16.04.2017

TAGLIO DI PO – «Se non pioverà da qui in avanti con cadenza settimanale, la prossima campagna irrigua sarà paragonabile a quella del 2003».
Lo ha detto Giancarlo Mantovani, direttore della Bonifica Delta Po.
Dall’inizio dell’anno sono caduti 120 centimetri di pioggia, meno della media dello stesso periodo del 2016. Di questi, 100 millimetri sono piovuti tutti in una volta ai primi giorni di febbraio. L’Adige a a Rovigo è a meno 3,80 metri costantemente sotto la quota e già da oltre una settimana l’acqua salata che entra dal mare non permette di irrigare con continuità il territorio di Sant’Anna di Chioggia per le coltivazioni orticole.
Nel Po la portata a Santa Maria Maddalena si mantiene attorno ai 900 metri cubi al secondo e per ora, non desta eccessiva preoccupazione. «Ma se non pioverà a breve e con continuità nei bacini imbriferi di Adige e Po – ha aggiunto Mantovani – la situazione diventerà presto insostenibile. Fino a oggi non tutte le derivazioni irrigue di Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna sono state attivate. Da maggio in poi l’acqua sarà molta meno nel fiume».