Idrovora Sadocca | Due Consorzi, Due Archivi – Storia del Territorio

Idrovora  Sadocca


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NOME: Idrovora Sadocca

LOCALITÀ: Porto Viro (Ro)

CONSORZIO ORIGINARIO DI APPARTENENZA: Consorzio per la Bonifica Polesana (1890-1970)

DATA COSTRUZIONE: 1897-1902

PROGETTISTI: ing. Carlo Veronese

NOTE STORICHE:

La bonifica meccanica dei terreni ricadenti nel comprensorio Acque Dolci di Contarina fu intrapresa dal Consorzio per la Bonifica Polesana contemporaneamente alla costruzione del Collettore Padano Polesano. I lavori erano indispensabili perché l’escavo del nuovo canale aveva soppresso le opere prima esistenti ed era quindi vitale istituire e mettere in funzione quanto prima le due nuove macchine in destra e sinistra del Collettore stesso previste dal progetto 14 dicembre 1889 (Sadocca e Vallesina).

Un primo gruppo di opere eseguite nel bacino di Sadocca fu condotto a termine nel 1902 e liquidato nel 1903: vi erano compresi oltre alla sistemazione degli scoli, la costruzione dell’idrovora e della strada di conterminazione sul confine con le Valli Salse.

Il progetto originario prevedeva che l’impianto idrovoro Sadocca, allo sbocco in Po di Levante del Sadocca Esterno, fosse dotato di una ruota a schiaffo, ma furono installate invece due motrici a vapore per l’azionamento di altrettante turbine: vista l’urgenza le macchine furono azionate già nel 1897, prima cioè del termine dei lavori.

In conseguenze della successiva entrata in attività delle idrovore Chiavichetta e Ca’ Giustinian, costruite fra 1914 e 1921, si resero necessari lavori per adeguare la macchina di Sadocca alle nuove portate: fra il 1926 e il 1927, eliminate le turbine, furono installati due potenti motori diesel cilindrici a stantuffo verticale della ditta Tosi collegati a due pompe centrifughe. Le vecchie macchine e le porte a vento sostituite vennero vendute nel novembre 1926.

Una delle pompe fu in seguito unita ad un motore elettrico, pur prevedendo la possibilità di azionarla con il motore diesel in caso di mancanza di corrente elettrica.

Fin dal 1950 il fenomeno dell’abbassamento del suolo creò impedimenti all’efficacia dell’impianto e si resero necessarie opere di adattamento alle mutate condizioni: nel 1960 l’abbassamento del terreno in corrispondenza dell’impianto era stato valutato in m 1.60-1.70. Per evitare le tracimazioni sul bacino di scarico durante le alte maree, fu necessario rialzare e rinforzare le murature del bacino stesso e otturare i cunicoli attraverso i quali l’acqua di risalita riusciva a penetrare.

Nuovi lavori vennero eseguiti dopo la mareggiata del 4 novembre 1966: superando largamente la sommità del muro di protezione, l’acqua provocò gravi danni alla struttura muraria delle volte dei condotti di scarico e della galleria che in origine permetteva il defluire naturale delle acque e che era stata otturata nell’ambito degli interventi atti a fronteggiare l’abbassamento del suolo.

L’idrovora mantiene ancor oggi il fascino originario, nonostante i lavori di potenziamento ed adeguamento subiti negli anni.

 

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Progetto finanziato dalla Regione del Veneto – L.R. 5/09/1984 n. 50, art. 44 – DGRV n. 618 del 11 maggio 2021 e n.1411 del 12 ottobre 2021 – Decreto del Direttore della Direzione Beni Culturali e Sport n. 325 del 27.10.2021

Foto Alberto Bonatti